TESTA come precedentemente detto, la sua conformazione è molto particolare, visto il compito che deve svolgere e il grande lavoro effettuato dai fratelli Martínez che bisogna conservare, mi riferisco a tutti gli aspetti di linee cranio-facciali, così come le proporzioni di uno a uno tra la lunghezza del cranio e il muso, importantissimo per evitare l’accorciamento del muso che, da un lato, ci darebbe una maggiore forza prensile, però dall’altro, con una testa brachicefala, il Dogo si riempirebbe la bocca al momento di catturare la preda, impedendo una buona ventilazione polmonare e in pochi istanti sarebbe obbligato a mollarla per ossigenarsi o, al contrario, potrebbe correre il rischio di morire.
Sappiamo che quando un cane è soggetto a un esercizio violento e continuato, aumenta la produzione di calore nel suo organismo e, poiché il cane ha poche ghiandole sudoripare, entra in gioco una serie di meccanismi volti a fargli perdere calore, come la vasodilatazione, che aumenterà il flusso sanguigno nelle zone periferiche del corpo, produrrà evaporazione della cavità orale attraverso le mucose, così come nella trachea e nei bronchi. Per tale ragione, ansimando durante i grandi sforzi, genera in modo naturale una perdita di acqua che dovrà essere reintegrata in seguito per evitare il rischio di disidratazione. In caso contrario, ovvero per difendersi dal freddo e diminuire la perdita di calore, dovrà eseguire la costrizione dei vasi sanguigni nelle zone periferiche, mediante la pelle, gli arti e le orecchie, in inverno aumenterà la densità e la lunghezza del suo pelo contribuendo a soddisfare la stessa esigenza.
Il Dr. Antonio Nores Martínez sapeva molto bene quello di cui necessitava il Dogo, pertanto continuava a rispettare con estrema attenzione la conformazione della testa. A volte val la pena ricordare il lavoro di quel grande scultore che fu Attilio Morosin che interpretò egregiamente la conformazione morfologica del Dogo Argentino e ne plasmò la testa con la precisa interpretazione del creatore. Il tartufo, per essere un fiutatore, dovrà avere delle fosse nasali molto ampie, sia per seguire la pista, anche quando il puma si nasconde su un albero, sia per una buona inspirazione durante gli sforzi. Deve inoltre essere sempre ben pigmentato di colore nero, salvo da cucciolo poiché si pigmenterà a poco a poco. Il muso, come abbiamo già detto, avrà la stessa lunghezza del cranio, forte e ben sviluppato in senso trasversale. È un poco più lungo che largo. La sua linea superiore presenta una leggera concavità e i suoi profili sono lievemente convergenti. Lo stop ubicato nella sutura metopica, tra la regione cranica e quella facciale, mediamente marcato è il punto che divide la testa in due parti e, perché no, in due tipi di cani diversi, quali sono il masticatore unito al fiutatore, ma in entrambi i casi, la potenza li accompagna sempre. Le labbra saranno moderatamente grosse, ma corte e tese, giacché un labbro grosso e soprattutto pendulo sarebbe di ostacolo al momento della presa e impedirebbe peraltro la libera inspirazione ed espirazione nei momenti di sforzo quando si afferra la preda, come innanzi detto. La pigmentazione delle labbra dovrà di preferenza essere fortemente nera. I mascellari dovranno essere soprattutto possenti e coi bordi leggermente convergenti, dando omogeneità alle arcate dentarie e in particolare i canini dovranno incrociarsi bene, con denti forti, ben saldi e senza carie. Il tipo di morso sarà a forbice, giacché questo tipo serve a trattenere o assoggettare la preda fino all’arrivo del cacciatore. Si ammette anche quello a tenaglia, sebbene, come indica il nome stesso, serva per tagliare. Infine, bisogna chiarire che per un Dogo continuamente sfruttato per gli scopi a cui è stato addestrato, il morso a pinza, coincidendo perfettamente, non giungerà a una vita utile maggiore di 6 anni. Relativamente ai denti, ci fu un’interpretazione poco chiara, poiché il Dr. Antonio Nores Martínez pare definisca come “molari” i “pre-molari” e i retromolari i molari”. Questa terminologia, talvolta antica, comporta una differenza nell’interpretazione di ogni giudice nelle sue qualifiche corrispondenti. Nell’attuale standard, al capitolo “Mandibole/Denti” si dice: “si raccomanda una dentatura completa, dando priorità all’omogeneità delle arcate dentarie”. Resta questo punto, un po’ inconsistente, che lasciamo alla libera interpretazione di ciascun giudice. Le guance sono ricoperte da una pelle forte, resistente, senza pieghe o scanalature. Gli occhi sono un altro elemento di notevole importanza, giacché oltre a rappresentare un’ottima protezione con palpebre “preferibilmente pigmentate di nero” - senza considerare un difetto il caso contrario - dovranno essere ben separati e di forma a mandorla. Il loro colore dovrà essere scuro o nocciola. Bisogna aggiungere che l’eterocromìa (occhio di diverso colore) o l’occhio celeste sono considerati difetti eliminatori e il colore giallo è considerato difetto grave. Il suo sguardo deve essere intelligente, attento, ma dovrà al contempo esprimere una marcata durezza. Le orecchie, con le nuove imposizioni impartite dalla FCI, possono presentarsi intere o tagliate. Resta inteso che, per lo svolgimento della loro funzione, dovranno essere amputate ad una lunghezza non superiore al 50% dal bordo anteriore del padiglione auricolare e dovranno essere ritte e tese. Il taglio è fondamentale, come abbiamo detto, quando questo cane è utilizzato per la caccia: l’orecchio è, infatti, un’appendice da cui l’avversario può far presa, essendo un punto doloroso e, se ferito, provoca una gran perdita di sangue, essendo molto irrorato. Se, invece, si lasciano al naturale, presenteranno, al pari di quelle tagliate, un’attaccatura alta e laterale e saranno molto distanti l’una dall’altra; saranno di lunghezza media, larghe, piatte, grosse e arrotondate all’estremità. Avranno il pelo più corto rispetto al resto del corpo e potranno presentare macchie non penalizzabili.
COLLO
Lo standard non si pronuncia in merito alla sua lunghezza, lo qualifica semplicemente di lunghezza media. La sua muscolatura dovrà essere molto forte perché, oltre a svolgere il lavoro di un bilanciere, per sostenere il peso della testa, deve possedere la forza necessaria a mantenere l’avversario fermo con le mandibole. La sua forma è tronco-conica, innestata con la testa e il torace attraverso una buona muscolatura; il profilo superiore è arcuato, a volte rivestito da pelle grossa che scivola liberamente, senza esagerare, sopra il tessuto cellulare subcutaneo, formando delle leggere pieghe nelle immediate vicinanze della gola. Lo scopo di questo rilassamento è che, al ricevere morsi durante la lotta, essa si può stirare e scivolare evitando, in tal modo, lesioni interne con conseguenze fatali.
CORPO ne è stata data qualche anticipazione. Per quanto riguarda questa parte, dobbiamo però affermare che non può essere osservata separatamente, poiché è totalmente integrata al resto, formando un “tutt’uno”. Certamente bisogna aggiungere che il profilo superiore, dalla undicesima vertebra dorsale fino alla punta della groppa, dà l’impressione di essere leggermente avvallato. Ciò è dovuto al grande sviluppo della muscolatura dorso-spinale che si accentua ancor più negli esemplari adulti. Segue una schiena con un canale medio bi-convesso lungo le regioni dorso-lombari, dovuto proprio al grande sviluppo muscolare di questo atleta. Termina con una groppa dalle caratteristiche muscolari sviluppate, di media lunghezza e ampia che finisce con una lieve caduta presso l’innesto della coda. Il petto sarà ampio e profondo, con le proporzioni citate in precedenza, con una grande capacità respiratoria, necessaria per il suo compito e con costole ad arco moderato, cioè né acuto né piatto e con un buon pettorale. Il ventre deve essere forte, con una muscolatura evidente e, visto lateralmente dal basso, un po’ retratto ma non levrettato. Allo stesso modo, la zona renale dev’essere tesa e senza pieghe inguinali penzolanti.
CODAdeve essere lunga e grossa e non deve superare il garretto. Oltre che per le varie funzioni del cane, come esprimere il suo stato d’animo, fungere da timone per l’equilibrio del corpo nelle curve e nei viraggi rapidi, altra importantissima funzione della coda è quella di quinta zampa o quinto punto d’appoggio durante la lotta. Infatti, quando viene catturato dal suo avversario per immobilizzarlo si siede ed ecco che la coda entra in funzione, costituendo un supporto aggiuntivo che aumenta la sua base d’appoggio. La sua attaccatura sarà medio alta, con un angolo di 45° con l’orizzonte. Bassa nei momenti di riposo, si alza un poco al di sopra della linea dorsale durante la lotta, quando è in continuo movimento, e da l’impressione di allegria quando è in presenza del padrone. Durante il trotto, la mantiene in posizione lineare o leggermente più alta della linea superiore.
ESTREMITA'
ARTI ANTERIORI:
Essi devono formare un insieme omogeneo, essere molto robusti, forti e a piombo, sia visti frontalmente che lateralmente. L’angolo scapolo-omerale sarà di 90° con un semiangolo della scapola di 45°. La muscolatura delle spalle e le braccia deve essere evidente senza esagerazioni. I gomiti devono essere ben aderenti alla regione toracica, con la pelle grossa, elastica e senza pieghe. Bisogna sottolineare che la lunghezza del braccio è pari a quella dell’avambraccio, da questo si prolunga l’articolazione carpica e i metacarpi, che formano un angolo tra i 70 e i 75° rispetto al piano orizzontale e sono formati da ossa forti e piatte, finendo con piedi rotondi, da gatto e ovviamente con dita corte e cuscinetti plantari forti e carnosi, adatti al lavoro duro su qualsiasi tipo di terreno.
ARTI POSTERIORI:
Sono forti, robusti, con una muscolatura sporgente senza eccessi. Visti da dietro e di profilo saranno completamente a piombo. “Se esistono gli speroni, devono essere eliminati”. Le cosce di lunghezza proporzionata e con rilievi muscolari ben marcati. L’angolo coccige-femorale sarà approssimativamente di 100° con un’apertura maggiore rispetto a quella anteriore di 10°. Segue poi il ginocchio, con un angolo femoro-rotuleo-tibiale approssimativo di 110°. La gamba seguirà la proiezione e lo sviluppo muscolare della coscia e sarà un po’ più corta di questa. Avrà un’angolazione tibio-tarsica approssimativamente di 140° formata da un garretto possente e forte che unisce l’insieme di tarso e metatarso, assicurando un buono sviluppo per l’ottenimento di una buona spinta e terminando con un angolo metatarsio-terra di 90°. I piedi saranno simili a quelli anteriori ma un po’ più corti e piccoli, come suole essere nella maggior parte delle razze. Queste angolazioni del treno posteriore ci portano a pensare che il Dogo Argentino non solo ha una spinta potente e ben articolata senza essere eccessiva, ma anzi costituisce una caratteristica importante anche per il salto, che non necessita pertanto di una grande velocità grazie all’impulso, poiché la muscolatura, la flessibilità, la forza e l’angolazione sono leggermente maggiori rispetto agli arti anteriori.
ANDATURA
Risulta talvolta difficile spiegare per iscritto le differenze tra i tipi di andatura di questa razza. Mentre va al passo, lo fa in modo calmo e soave; al trotto, ha un’andatura sostenuta e sciolta abbinata a grande resistenza, elemento indispensabile per qualunque tipo di andatura. Invece, quando ascoltiamo avvicinarsi e allontanarsi un Dogo Argentino al galoppo, sentiamo la tremenda forza dei suoi arti battere contro il suolo, frutto della sua muscolatura e della sua potenza, che danno l’impressione di sentire un piccolo cavallo. Lascia impronte semplici e parallele. L’andatura all’ambio non è tipica né accettata per il Dogo Argentino come si capirà facilmente osservando la sua conformazione fisica.
PELLE
E’ molto omogenea, leggermente grossa ed elastica, a causa del tessuto subcutaneo che è un po’ rilassato, un po’ più abbondante nella regione del collo, come già esposto. Si raccomanda la minor pigmentazione possibile, soprattutto quando essa si presenta nei cuccioli, poiché con l’età essa aumenta. Per tale ragione, lo standard indica che “l’eccessiva pigmentazione cutanea negli esemplari giovani” è considerata difetto grave.
PELO
Il pelo deve essere uniforme, corto, liscio e infine morbido. La lunghezza sarà compresa più o meno tra 1,5 e 2 cm. Il clima ne farà variare la densità e lo spessore. In località dal clima tropicale, il pelo può presentarsi rado, il che fa sì che la pelle traspaia, e si notano ancor più le macchie pigmentate, che consono da confondersi con le macchie del pelo e pertanto da non considerare come difetto. In luoghi in cui il clima è freddo, può presentare il sottopelo.
COLORE
Il Dogo Argentino è totalmente bianco. Il nuovo standard continua a concedere una macchia nera o scura sul cranio, ma fa notare che essa non deve superare il 10% della superficie della testa. Nel formulare il verdetto, il giudice darà preferenza agli esemplari più bianchi.
TAGLIA
all’altezza del garrese: per i Maschi sarà compresa tra i 60 e i 68 cm e per le Femmine tra i 60 e i 65 cm. Nonostante lo standard faccia presente che le taglie inferiori ai 60 cm e superiori ai 68 saranno considerate Difetti Eliminatori. Il peso viene fissato tra i 40 e i 45 kg.